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Mario Castelnuovo-Tedesco: “L’Importanza di esser Franco”

Opera per 8 cantanti, 2 pianoforti e percussioni
in scena il 2 e 3 marzo 2019 (ore 16:30)
al Teatro “Goldoni” di Firenze
a cura del Conservatorio “Cherubini” di Firenze
per il Maggio Musicale Fiorentino

Chi non conosce Castelnuovo-Tedesco non sa cosa si perde! E chi non conosce “L’Importanza di esser Franco”, di Mario Castelnuovo-Tedesco si perde un bel po’ di divertimento: perché, se già la commedia di Oscar Wilde è – per chi la conosce – fonte di continuo ed arguto spasso, nella versione musicale del compositore fiorentino trapiantato – per forza – negli Stati Uniti a partire dal 1938, il divertimento si eleva al quadrato. Infatti quest’opera, del 1962, è costruita in maniera wagneriana (per dirla con le parole di Wilde…): Castelnuovo-Tedesco assegna ad ogni personaggio, ad ogni situazione, ad ogni idea, un tema conduttore, e lo fa con un  impareggiabile senso colto e musicale dell’umorismo, alternando temi musicali o anche brevissimi incisi di propria creazione con innumerevoli citazioni (anch’esse più o meno estese) tratte da opere di Verdi, Wagner, Mozart, Rossini, Donizetti, Massenet, ma anche da brani  di Bach, Rimsky-Korsakov, Schumann, Schubert, Chopin, Debussy ed altri ancora fino alla canzonetta “It’s a long way to Tipperary”… E lo fa con una pertinenza strabiliante, raffinata ed, appunto, divertentissima. Per esempio all’idea dell’amore associa un tema di propria creazione in stile romantico, ovviamente, ma privo di qualsiasi banalità e melodicamente efficacissimo; al personaggio dell’arcigna, avida, e rompiscatole zia Augusta che compare sempre all’improvviso a guastare idilli, affida spesso e volentieri il tema terrificante dell'”Olandese Volante”, mentre alla governante Miss Prism, autrice di un tragicomico scambio tra un bambino in una valigia ed un romanzo in una carrozzina (sic!) viene affibbiato “Il Trovatore”! E che dire del Reverendo Chasuble, simpatico ma non troppo sveglio Pastore protestante, che si muove sempre sulle note del Corale di Bach “Wachet auf ruft uns die stimme” (“Destatevi, vi chiama la voce”)…  Persino il cibo ed i servitori hanno un proprio motto! Così come musicalmente caratterizzato è naturalmente ciascun componente della doppia coppia dei giovani protagonisti: il quasi onesto John, che però si fa chiamare Jack a casa in campagna e Franco quando viene dall’amico Algernon in città, per muoversi in incognito ed essere un po’ più libero dalla responsabilità di tutelare la giovane Cecilia (che vive con lui, appunto, in campagna); la dolce ed un po’ tonta Guendalina, innamorata – ricambiata – di lui (anche se osteggiata dalla mamma Augusta), che lo ama soprattutto perché si chiama Franco, con grande imbarazzo di lui… Ed il furbo Algernon, cugino di Guendalina, amico di Franco che scopre da lui l’esistenza di Cecilia credendola sua amante, ma non appena capisce chi è davvero, si precipita da lei in campagna per sedurla e non esita a farsi chiamare Franco a sua volta quando si rende conto che anch’essa è molto… sensibile a quel nome, su cui ha idealizzato e fantasticato scrivendone sul proprio diario. E così via allora, tra panini tartufati, Notturni di Chopin storpiati (Algernon è uno sfaccendato pianista dilettante…) e menzogne, tra amori dichiarati, o da dichiarare, o da impedire, tra nomi veri e falsi, equivoci, diari, rivalità, con agnizione finale e quindi l’inno cantato in coro da tutti all’importanza di esser Franco! Tutto sottolineato da decine di temi musicali espliciti, nascosti, sovrapposti, variati, tra sorprese e colpi di scena. Originale anche l’organico strumentale, che prevede, oltre agli 8 personaggi protagonisti (due tenori, due soprani, un mezzosoprano, un contralto, un baritono ed un basso), soltanto due pianoforti e strumenti a percussione.

 

La messa in scena di sabato 2 e domenica 3 marzo al Teatro “Goldoni” di Firenze (entrambe le recite sono alle 16:30) è il frutto di un lungo ed articolato progetto del Conservatorio “Cherubini” di Firenze che mette in campo Docenti e studenti dell’Alta Formazione in collaborazione, per queste rappresentazioni, con il Maggio Musicale Fiorentino: l’ideatore e coordinatore del progetto, Giovanni Del Vecchio, sarà anche uno dei pianisti e sarà affiancato dalla collega Antonella Bellettini all’altro pianoforte. Regista il collega Francesco Torrigiani. Direttore lo studente laureando Gabriele Centorbi, mentre il doppio cast di cantanti sarà formato dai migliori studenti delle classi di canto. Pianista collaboratore Lorenzo Masoni.

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