Martedì 7 giugno 2022 – ore 17.30
Accademia delle Arti del Disegno
Via Orsanmichele, 4 – 50123 Firenze
www.aadfi.it
Concerto per FEDORA BARBIERI
(Trieste, 4 giugno 1920 – Firenze, 4 marzo 2003)
In occasione della donazione del suo pianoforte Bechstein all’Accademia delle Arti del Disegno dai figli Ugo e Franco Barlozzetti
A cura di Mario Ruffini
in collaborazione con il Conservatorio di Musica “Luigi Cherubini” di Firenze
Programma
SALUTI ISTITUZIONALI
Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia
Giorgio Bonsanti, Segretario Generale dell’Accademia
Giovanni Pucciarmati, Direttore del Conservatorio “Luigi Cherubini”
INAUGURAZIONE
Scopertura della targa e inaugurazione del pianoforte
MUSICA DAL VIVO – OUVERTURE
Magdalena Urbanowicz, mezzosoprano
Antonella Poli, pianoforte
Vincenzo Bellini, Norma: Sgombra è la sacra selva (Arioso di Adalgisa)
Ambroise Thomas, Mignon: Connais-tu le pays
INTERVENTO
Elio Trovato Ricordo di Fedora Barbieri
ASCOLTO
La voce di Fedora Barbieri
Verdi, Don Carlo: O don fatale (Principessa di Eboli)
Ponchielli, La Gioconda (Callas/Barbieri)
Verdi, Il trovatore: Stride la vampa (Azucena)
Verdi, Un ballo in maschera: Scena di Ulrica
INTERVENTO
Ugo Barlozzetti Fedora Barbieri, mia madre
ASCOLTO
La voce di Fedora Barbieri
Gluck, Orfeo e Euridice: Che farò senza Euridice
Saint Saëns, Sansone e Dalila: Mon coeur s’ouvre à ta voix
Verdi, Requiem: Recordare (Toscanini/Barbieri)
MUSICA DAL VIVO – FINALE
Magdalena Urbanowicz, mezzosoprano
Antonella Poli, pianoforte
Charles Gounod, Romeo et Juliette: Que fais-tu blanche tourterelle
Gioacchino Rossini, La Cenerentola: Nacqui all’affanno e al pianto
RINGRAZIAMENTI
Cristina Acidini, Saluto conclusivo
Fedora Barbieri, una delle grandi regine del melodramma italiano, sembra nata con il palcoscenico del teatro lirico nel suo destino. Il suo stesso nome evoca il titolo di un’opera di Umberto Giordano, andata in scena per la prima volta ventidue anni prima della sua nascita. Inizia giovanissima lo studio del canto e, nella scia del grande mondo intellettuale triestino, anche lei, grazie alla vittoria di una borsa di studio, si trasferisce ben presto a Firenze dove entra alla scuola del Teatro Lirico del Maggio Musicale Fiorentino. Fa il suo esordio il 4 novembre 1940 al Teatro Comunale di Firenze (Il matrimonio segreto): Fedora ha solo venti anni, e il Teatro fiorentino diventa il suo principale trampolino di lancio. Partecipa ad alcune riprese di lavori a quel tempo quasi sconosciuti, come le opere monteverdiane Il ritorno di Ulisse in patria (Firenze, 1942, adattamento per le scene moderne di Luigi Dallapiccola) e Orfeo (Cremona 1942). Già nel 1942 debutta al Teatro alla Scala (Nona Sinfonia di Beethoven diretta da Victor De Sabata). Nel 1943 si prende un anno sabbatico, ritirandosi dalle scene per sposarsi con Luigi Barlozzetti (da cui avrà due figli: Ugo nel 1944 e Franco nel 1954), e torna a calcare il palcoscenico l’anno successivo, nel 1944. Debutta al Metropolitan di New York nel 1950 (Don Carlo di Verdi), ritornando al Met fino al 1956. Sempre nel 1950 approda alla Royal Opera House di Londra in tournée con la Scala (Falstaff e Requiem di Verdi). La sua carriera esplode ed è richiestissima nei più importanti teatri. Il 3 novembre 2000, dopo una vita spesa sui palcoscenici di tutto il mondo, carriera fra le più brillanti della lirica mondiale, decide di dare l’addio alle scene nello stesso Teatro Comunale di Firenze dove aveva debuttato, nel ruolo di Mamma Lucia in Cavalleria rusticana. Una circolarità – da Firenze a Firenze – che chiude una carriera internazionale che l’ha consacrata come una delle più importanti interpreti della scena lirica dell’intero Novecento.
Dotata di una grandiosa voce potente ed estesa (dal Fa naturale grave al Si acuto), si impone come interprete esuberante e intensa di ruoli drammatici come Azucena, Amneris, Carmen, Dalila, ma sa essere anche una cantante capace di entrare nella compostezza settecentesca di opere come Orfeo ed Euridice. Il suo repertorio spazia per oltre 40 diversi titoli delle più importanti opere del repertorio lirico. Estremamente ampia anche la discografia, che la vede impegnata con i massimi direttori del suo tempo: fra gli altri Bernstein, Gui, Mitropulos, Serafin, Giulini, Prêtre, Levine, Karajan.
Il 7 giugno del 2000, nell’anno dell’addio alle scene, riceve l’onorificienza di
Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. In occasione dei cento anni dalla nascita, la città di Firenze (sua città di adozione) le ha intitolato una strada nei pressi del Teatro Comunale.
Nell’onda dei festeggiamenti del centenario della nascita, che ha visto anche l’emissione di un francobollo a lei dedicato, i figli Ugo e Franco donano all’Accademia delle Arti del Disegno il prezioso pianoforte Bechstein che aveva accompagnato la grande cantante nel corso della sua esistenza.