Sabato 23 novembre 2024 ore 17.00
Biblioteca Marucelliana
JOHANN SEBASTIAN BACH (1685 – 1750)
Chaconne in re minore (dalla Partita per violino solo n. 2 BWV 1004)
FRANCISCO TERREGA (1852 – 1909)
Fantasia su La Traviata di Giuseppe Verdi
Mingxuan Xie, chitarra (1)
WOLFGANG AMADEUS MOZART (1756 – 1791)
Divertimento n. 1 K. Anh.229/439b
Allegro – Minuetto. Allegretto – Adagio – Minuetto – Rondò
Divertimento n. 3 K. Anh.229/439b
Allegro – Minuetto – Adagio – Minuetto – Rondò
Matilde Michielin, clarinetto (2)
Remo Simonetti, clarinetto (2)
Valentina Carli, clarinetto (3)
(1) Classe del prof. Francesco Romano (chitarra)
(2) Classe del prof. Fabio Battistelli (clarinetto)
(3) Classe del prof. Daniele Scala (clarinetto)
La Biblioteca Marucelliana, aperta il 18 settembre 1752 secondo la volontà testamentaria del canonico Francesco Marucelli e grazie all’impegno del di lui nipote Alessandro, fu progettata dall’architetto romano Alessandro Dori il cui modello ligneo di presentazione esiste ancora ed è esposto in un apposito locale. Il luogo attualmente occupato dalla biblioteca era il giardino del palazzo omonimo affacciato sulla via San Gallo, via parallela all’attuale Via Cavour. La biblioteca nacque, dunque, ex novo e non tramite adattamenti e cambio di funzioni di edifici preesistenti. La facciata riporta un’iscrizione che è il motto e la finalità della biblioteca: “Maxime Pauperum Utilitati” cioè soprattutto per l’utilità dei poveri: i frequentatori cioè avrebbero dovuto essere coloro che non avevano accesso, per scarsità di risorse, all’acquisto di libri propri e con questa impronta furono decise le acquisizioni successive. La sala di lettura ebbe così anche la funzione di primo grande “pozzo librario” e fu arredata con scaffalature in noce, su due piani con ballatoio, 8 ampi finestroni posti al di sopra degli scaffali, tre file di lunghi tavoli per la lettura. A ricordo del fondatore furono posti un busto di Francesco Marucelli, collocato sopra la porta in fondo del salone, opera di Pietro Bracci, e nella saletta retrostante, un ritratto dello stesso Marucelli di Davide Canoniche. I libri furono collocati per materia, indicata dal cartiglio soprastante al piano inferiore, mentre al piano superiore trovarono posto i formati più piccoli e le accessioni più recenti. Il salone è lungo 21 metri e largo 8 metri. La biblioteca acquistò popolarità crescente a partire dal sec. XIX in cui, grazie all’ampliarsi del livello di istruzione generale e grazie alla sua posizione, prossima ad alcuni storici istituti di istruzione superiore cittadina e alla sede dell’istituto di studi superiori poi divenuto università degli studi, fu il luogo massimamente frequentato da una utenza composita e vivace tanto più che fu istituito un servizio di apertura serale, anche fino alle ore 23. Nella prima metà del’900, fu allestita una saletta per le esposizioni tramite il riuso di mobili appartenenti alla segreteria particolare del granduca Ferdinando III e furono montati nella sala di consultazione di manoscritti, disegni, stampe e opere rare, gli scaffali provenienti dalla biblioteca medicea palatina di Palazzo Pitti. Particolare unico per le biblioteche presenti nel centro storico di Firenze, la Marucelliana possiede un giardino accessibile in cui, all’ombra di 4 cipressi, convivono ortensie e rose. Alla Marucelliana si può così alternare lo studio e la lettura con una sosta e una conversazione nel verde. I servizi istituzionali che la biblioteca offre sono i seguenti: lettura in sede, prestito locale e interbibliotecario, consultazione di materiale raro e di pregio, riproduzione, servizio informazioni.
INGRESSO LIBERO
Biblioteca Marucelliana
Via Cavour 43/47, Firenze