È stata la prima volta.
E non la dimenticheremo.
È stata la prima volta che il Conservatorio Cherubini di Firenze si è presentato all’ingresso di un giardino abbandonato alla sua sorte fatta di storie border line.
Con circospezione sì, ma sostenuto in ogni momento dall’entusiasmo di chi crede fortemente in certi ideali e nel ruolo che musica e arte devono avere specialmente in una città come Firenze culla del Rinascimento: portare arte e cultura in un angolo sconosciuto e malfamato di un parco pubblico.
È stato questo entusiasmo che ha dato forza creativa, organizzativa e comunicativa a quello che – non a caso – abbiamo chiamato UnChained ‘22 Festival. Abbiamo azzardato con eventi di musica e teatro, concerti jazz e dibattiti. È stato necessario spostarci in luoghi al chiuso quando ha piovuto, è stato necessario posticipare, anticipare, sostituire.
Grazie al pubblico del PARC che ha capito ed è stato sempre presente e disponibile.
Eppure…
Eppure è avvenuto che grazie alle parole dette, è nato idealmente il Polo delle Arti, il primo rivoluzionario progetto di integrazione degli istituti di Alta Formazione Artistica.
È avvenuto che la gente, quella gente che era solita passare di lì senza ascoltare e senza osservare, alle volte impegnata in tutt’altre attività, si sia accomodata in prima fila ad ascoltare la storia di Moby Dick, emblema del rapporto sofferto tra uomo e natura, la musica del mondo suonata da artisti che non si erano mai incontrati ma che hanno condiviso molto di piu’ delle loro note.
E l’ultima sera con Ginevra Di Marco, abbiamo ballato e cantato perché la musica è anche questo (specialmente dopo il covid)!
È avvenuto che famiglie e bambini dell’altra parte del mondo, sorridessero come se fossero ad una delle loro feste tradizionali.
È avvenuto che gli abitanti del quartiere accorressero anche solo per chiedere “Che c’è qui stasera?”.
E’ accaduto che docenti e allievi godessero della stessa meraviglia che viene da una reazione comune insieme ai bambini che ballavano accanto al palco in un luogo dove tutto questo era impensabile qualche ora prima.
È accaduto grazie a chi l’ha voluto.
È accaduto grazie a chi ha lavorato a tutto questo: l’Ufficio Produzione nelle persone del poliedrico direttore e coordinatore Giorgio Albiani e dell’instancabile Renata Saldarelli, Anna Balzani che ha dato ampio eco – a mezzo stampa – a quanto stava succedendo, Francesca Gambelli che ha creato nottetempo tutta la parte grafica e poi… anche a chi c’è sempre stato in un modo o nell’altro.
E un grazie sincero alla volontà della nuova Presidente Rosa Maria Di Giorgi e alla visione coraggiosa e rivoluzionaria del Direttore Giovanni Pucciarmati.
È stata la prima volta.
Non la dimenticheremo.